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Questo il testo del mio intervento di apertura dell’incontro

Signor Prefetto, Autorità tutte, Gentili Presidenti ed Amministratori, Signore e Signori, care amiche e cari amici

Vi ringrazio per avere accettato l’invito ed essere qui così numerosi

Questa sera parleremo di impresa e di territorio. Ci interrogheremo su quali siano le condizioni e su cosa debba fare “il territorio” per attrarre gli investimenti dell’impresa e ritornare ad essere propulsore di crescita, sviluppo economico occupazione e benessere. E quali siano le condizioni per cui gli investimenti delle imprese sul territorio abbiano successo. Quesiti le cui risposte non sono nè scontate nè banali in una economia sempre più globale senza cittadinanza e resa
possibile dalla rivoluzione tecnologica “digitale” che non è più solo uno dei settori dell’economia come fu agli inizi nell’ultimo decennio 900, ma che costituisce oggi l’ossatura dell’economia del XXI secolo, fatta di Internet, delle piattaforme che operano nel web, di commercio online, di fabbriche robotizzate, di Internet of Things e di tutto ciò che oggi viene ricompreso semplificando come Industria 4.0. Read More

Mercoledì 29 giugno alle 18.00 presso il Museo Orsi a Tortona l’economista Marco Magnani con imprenditori, amministratori di aziende e importanti protagonisti del territorio dell’Oltrepò si incontrano per discutere il tema “Crescita economica e territorio”. Vedi qui il programma con i nomi dei partecipanti.

Il tema, o meglio, la domanda della serata sarà: ha ancora senso per le imprese investire nel territorio? Nonostante la crisi economica, la globalizzazione e la rivoluzione digitale, la risposta è si. Anzi, parleremo di come il territorio possa costituire addirittura un vantaggio competitivo. Discuteremo anche delle sfide e delle prospettive (economiche, sociali e culturali) del “nostro” territorio

L’occasione sarà la presentazione dell’ultimo libro di Marco Magnani “Terra e buoi dei paesi tuoi – Scuola, ricerca, ambiente, cultura, capitale umano: quando l’impresa investe nel territorio” (UTET).

“Chi conosce il calcio e lo vive giorno dopo giorno sa cosa succede. In alcuni casi si dice meglio due feriti che un morto” dichiarava Buffon solo qualche settimana fa a (s)proposito delle combine nel calcio. E se Spagna e Croazia applicassero la stessa filosofia “sportiva” suggerita del capitano, leader ed anima della nostra nazionale e della Juventus?
Un leader, per di più se personaggio pubblico, dovrebbe essere il primo a dare dimostrazione di lealtà, onestà e rispetto delle regole.
Come sempre dobbiamo augurarci invece che il buon esempio arrivi dall’estero. Vero Buffon ?

Poteva essere la prova del cambiamento: canditati competenti per nomine trasparenti alle Authority. Magari il tutto seguito dalla riforma della legge elettorale prima di ripassare la parola ai cittadini.

Ovviamente nulla di tutto questo è accaduto. La politica (quella vecchia) risponde picche: accordo fra Pdl, Pd, Udc e Lega Nord e 150/200 parlamentari votano scheda bianca; il gioco ancora una volta è fatto! CV e competenze al macero. Alla faccia di 12.000 preferenze a supporto di alcune candidature arrivate dalla rete. Alla faccia del crollo verticale del consenso di questi parlamentari e di questa politica alle ultime elezioni amministrative.

L’enorme spostamento di potere che in questi anni si sta registrando – sia a livello economico che politico – in seguito allo sviluppo delle tecnologie digitali, della rete come “media di media” e al loro sempre più ampio utilizzo fa paura.

E questa politica non vuole perderne l’assoluto controllo. A noi cittadini tra qualche mese tenerne conto.

A tutti sarà capitato di scrivere il proprio curriculum. Ecco cosa la poetessa polocca Wislawa Szymborska ritenga debba contenere.

Che cos’e’ necessario?
E’ necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e’ vissuto
e’ bene che il curriculum sia breve.
E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu’ chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perche’.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio in vista.
E’ la sua forma che conta, non cio’ che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

Un grazie a Roberto Saviano per avermi fatto conoscere la poetessa recentemente a Che tempo che fa

Stefano Quintarelli si candida ad AGCOM accompagnato da oltre 12.600 sottoscrizioni (solo online). Le votazioni si terranno il prossimo 6 giugno con l’auspicio del Presidente della Camere Fini affinché i parlamentari valutino la “professionalità e indipendenza” dei candidati.

Nel frattempo, il 18 maggio scorso ha comunicato di avere consegnato le dimissioni dal Gruppo 24 Ore, per rispetto delle istituzioni. Quello che non ha comunicato e’ che, lo scorso 18 maggio, ha inoltre dato mandato al suo commercialista a cedere la partecipazione detenuta in Mobile Solution Srl (Skebby) qualora la sua candidatura dovesse essere confermata dal voto in Parlamento. (ha gia’ raccolto e consegnato al commercialista la rinuncia alla prelazione da parte degli altri azionisti).

Se dovesse quindi essere eletto, uscira’ da Skebby ed in quel momento immagino lo comunichera’ a chi di competenza.

Nel frattempo, comunque, Giampaolo Quintarelli (fratello di Stefano) ha rassegnato venerdi scorso le dimissioni dal CDA di Skebby.

Anche per “correttezza” la candidatura di Stefano Quintarelli certamente si distingue.

Riprendo volentieri la proposta di Pierani che candida Stefano Quintarelli alla Presidenza dell’Agcom. (disclaimer: insieme a Stefano Quintarelli sono azionista di Skebby).
In uno scenario in cui la politica decida finalmente di fare un deciso passo indietro per lasciare spazio ad Autorità forti, competenti ed indipendenti per la regolazione dei settori, in cui Internet e l’innovazione tecnologica vengano riconosciuti come una leva importante per il rilancio dello sviluppo e della competitività del sistema serve l’impegno di persone competenti, equilibrate, indipendenti e con una grande passione civile. Proprio come Stefano.
Nel vecchio modus operandi esplicitare il nome di una persona in vista di una nomina significava volerlo “bruciare”. Anche in questo dovremmo iniziare a dimostrare che l’Italia sta davvero cambiando.

Sabato 27 novembre presso il ristorante Il Carrettino a Tortona gli amici di Massimiliano vorrebbero ripetere insieme il gesto di solidarietà del 2009: oltre 250 parteciparono alla cena ed insieme donammo €8.750 a mamma Francesca per le cure e le spese di cui Massimiliano ha avuto bisogno nel corso dell’anno. Tutti sono ben venuti: se voleste partecipare o saperne di piu’ giratemi una mail a luigiorsi@gmail.com. Se invece preferiste fare una donazione trovate i dettagli qui

Ci aveva provato due anni con Meritocrazia un tema ostico in un Paese dove il livello di “ingiustizia” sociale è a livello massimo e dove la mobilità verso l’alto è quasi del tutto assente. E’ stato un grande successo, almeno nel focalizzare il dibattito su un tema centrale per lo sviluppo del Paese e nel dare avvio ad alcune azioni concrete (es. test standard per gli studenti delle scuole medie). Ne discutemmo ampiamente qui e qui .

Oggi Roger Abravanel, gà tra i volti piu’ noti nel top management consulting ed ex McKinsey , insieme a Luca D’Agnese, anch’egli ex Mckinsey oggi top manager nell’energia, ci riprova con il saggio “Regole- Perché tutti gli italiani devono sviluppare quelle giuste e rispettarle per rilanciare il Paese” edito da Garzanti (che ringrazio per avermi omaggiato copia del libro).

Conoscevo idealismo e temerarietà di Roger ma non credevo potesse a spingersi fino a questo punto. Passando dalla “meritocrazia” alle “regole” l’asticella della sfida è fortemente aumentata e la distanza dalla pura follia non così lunga: gli italiani non saranno mai “meritocratici”, men che meno vogliono essere “sottoposti a regole”!! Certo l’aver imbarcato Luca nel progetto, una delle menti più brillanti con cui abbia lavorato, deve avergli dato ulteriore coraggio.

Il livello di degrado istituzionale sotto gli occhi di tutti ed il declino economico inconfutabile rende questo saggio di grande attualità e il tema delle “regole” tra quelli prioritari da affrontare (semplice casualità o astuta strategia di marketing per massimizzare le vendite di Roger/Luca?:) ). Il dubbio è fugato dal fatto che come già per “Meritocrazia”, tutti i proventi del libro non andranno agli autori ma verranno utilizzati per finanziare un progetto formativo: la creazione di un corso di “Educazione alle Regole” all’Università Luigi Bocconi di Milano.

Questo libro, un “must read” per chi (ancora) avesse interesse per il futuro di questo Paese e dei propri figli qui, ha diversi meriti:

1) Contribuisce a sfatare con lucida razionalità diversi tra i miti “italici“: il capitalismo è solo “un far west” senza regole, per lo sviluppo ci vogliono meno regole, troppe regole soffocano “il piccolo è bello” motore dello sviluppo, le regole giuste le fanno i politici (quindi è colpa loro se ci sono molte sbagliate). Ma soprattutto dimostra come lo sviluppo economico del nostro Paese passa attraverso allo sviluppo post industriale nei “servizi” (grande distribuzione, trasporti, turismo,… e non quindi dal settore manifatturiero e dall’export come ci sentiamo ripetere tutti i giorni da chi guarda ancora all’economia del Paese dallo specchietto retrovisore). Confuta dati alla mano che l’Italia non ha fatto meglio degli altri Paese durante la crisi anche senza fallimenti delle banche.

2) È convincente nel presentare il valore crescente delle “regole” per permettere alla società sempre più complessa ed alle aziende (soprattutto nei settori dei servizi strategici del futuro quali sanità, energia e finanza) di organizzarsi meglio e quindi di svilupparsi contribuendo alla generazione di ricchezza e quindi al benessere di tutti. Avere regole e rispettarle è “un buon affare” per tutti.

3) Struttura e razionalizza come potrebbe nascere anche in Italia il “circolo virtuoso” delle regole ed i pilastri su cui necessariamente deve poggiare ovvero l’educazione civica dei cittadini che si apprende in una scuola meritocratica e riorientata ad insegnare le “competenze della vita”, contollori istituzionali autorevoli, media indipendenti che vigilano su cittadini e controllori, una giustizia civile veloce.

4) E’ una chiamata alle armi per tutti: politici, magistrati, professori, imprenditori, giornalisti, professionisti e semplici cittadini, nessuno escluso, tutti devono sentirsi coinvolti nel circolo virtuoso delle regole. Ognuno dovrebbe guardare alla propria coscienza e verificare se già vi risieda il seme che, come diceva Montanelli, fa obbligo ad ognuno di regolarsi secondo le regole, forse “la regola delle regole”.

5) Non si limita come altri saggi all’analisi critica di ciò che non va nel nostro Paese (ed è parecchio) e nella descrizione di esempi di ‘italica “maleducazione civica” ma arriva ad identificare i casi di successo, “i semi delle Regole” e soprattutto prova a proporre alcune azioni concrete da cui partire: la nazionalizzazione dei servizi pubblici, decentramento controllato nella scuola, delivery unit nella giustizia civile, nuova governance RAI. Una strategia di “guerra lampo” per attaccare in primis alcuni settori / fasce di cittadini e poi essere estesa al resto del sistema con un serie di “tipping points”.

L’affermazione ed il rispetto diffuso delle “regole” è con la “meritocrazia” la rivoluzione culturale trasversale che dobbiamo fare nel nostro Paese non solo per ragioni morali di cui peraltro gli italiani in privato dicono tutti di condividire (anche se poi agiscono ancora secondo proprio interesse) ma, ci convingono Roger e Luca, perchè ci conviene essendo un “buon affare”.

Queste battaglie sono tutt’altro che facili e scontate e per questo hanno bisogno di reclutare un folto esercito per smuovere un sistema orientanto al contrario ed avere successo. Per farne parte ed essere tra “i primi paladini delle regole” è possibile da subito:

• seguire il gruppo di Regole su Facebook

• Per inserire il widget IO SONO PER LE REGOLE sul vs sito o blog

Io sono per le Regole, e tu?

Un problema da risolvere, la profonda conoscenza delle trasmissioni via internet/SMS unitamente alle tematiche di sicurezza delle comunicazioni digitali relative a identificabilità, integrità e non ripudiabilità e confidenzialità dei messaggi sono il mix alla base dell’innovazione sottesa a LegalSMS

Grazie alla tecnologia LegalSMS e all’ SMS Certificato imprese ed enti pubblici possono inviare comunicazioni digitali certificate via SMS alla (quasi) totalità dei loro clienti su qualunque telefono cellulare.

Con questo innovativo progetto Skebby ha vinto il Premio Speciale per la migliore idea imprenditoriale di Milano durante la finale della Start Cup Milano Lombardia 2010, che si è tenuta presso il Politecnico di Milano e dove abbiamo ritirato la targa di riconoscimento e il premio di €5.000.

LegalSMS aggiunge uno strato di sicurezza al Gateway SMS per mandare e ricevere SMS da un web server con una semplice HTTP POST, l’innovativa offerta per aziende o enti pubblici che vogliono interagire con i propri clienti via SMS.

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Un punto di partenza ed un incoraggiamento per il feedback positivo di esperti ed investitori.