Sabato 27 novembre presso il ristorante Il Carrettino a Tortona gli amici di Massimiliano vorrebbero ripetere insieme il gesto di solidarietà del 2009: oltre 250 parteciparono alla cena ed insieme donammo €8.750 a mamma Francesca per le cure e le spese di cui Massimiliano ha avuto bisogno nel corso dell’anno. Tutti sono ben venuti: se voleste partecipare o saperne di piu’ giratemi una mail a luigiorsi@gmail.com. Se invece preferiste fare una donazione trovate i dettagli qui

Ci aveva provato due anni con Meritocrazia un tema ostico in un Paese dove il livello di “ingiustizia” sociale è a livello massimo e dove la mobilità verso l’alto è quasi del tutto assente. E’ stato un grande successo, almeno nel focalizzare il dibattito su un tema centrale per lo sviluppo del Paese e nel dare avvio ad alcune azioni concrete (es. test standard per gli studenti delle scuole medie). Ne discutemmo ampiamente qui e qui .

Oggi Roger Abravanel, gà tra i volti piu’ noti nel top management consulting ed ex McKinsey , insieme a Luca D’Agnese, anch’egli ex Mckinsey oggi top manager nell’energia, ci riprova con il saggio “Regole- Perché tutti gli italiani devono sviluppare quelle giuste e rispettarle per rilanciare il Paese” edito da Garzanti (che ringrazio per avermi omaggiato copia del libro).

Conoscevo idealismo e temerarietà di Roger ma non credevo potesse a spingersi fino a questo punto. Passando dalla “meritocrazia” alle “regole” l’asticella della sfida è fortemente aumentata e la distanza dalla pura follia non così lunga: gli italiani non saranno mai “meritocratici”, men che meno vogliono essere “sottoposti a regole”!! Certo l’aver imbarcato Luca nel progetto, una delle menti più brillanti con cui abbia lavorato, deve avergli dato ulteriore coraggio.

Il livello di degrado istituzionale sotto gli occhi di tutti ed il declino economico inconfutabile rende questo saggio di grande attualità e il tema delle “regole” tra quelli prioritari da affrontare (semplice casualità o astuta strategia di marketing per massimizzare le vendite di Roger/Luca?:) ). Il dubbio è fugato dal fatto che come già per “Meritocrazia”, tutti i proventi del libro non andranno agli autori ma verranno utilizzati per finanziare un progetto formativo: la creazione di un corso di “Educazione alle Regole” all’Università Luigi Bocconi di Milano.

Questo libro, un “must read” per chi (ancora) avesse interesse per il futuro di questo Paese e dei propri figli qui, ha diversi meriti:

1) Contribuisce a sfatare con lucida razionalità diversi tra i miti “italici“: il capitalismo è solo “un far west” senza regole, per lo sviluppo ci vogliono meno regole, troppe regole soffocano “il piccolo è bello” motore dello sviluppo, le regole giuste le fanno i politici (quindi è colpa loro se ci sono molte sbagliate). Ma soprattutto dimostra come lo sviluppo economico del nostro Paese passa attraverso allo sviluppo post industriale nei “servizi” (grande distribuzione, trasporti, turismo,… e non quindi dal settore manifatturiero e dall’export come ci sentiamo ripetere tutti i giorni da chi guarda ancora all’economia del Paese dallo specchietto retrovisore). Confuta dati alla mano che l’Italia non ha fatto meglio degli altri Paese durante la crisi anche senza fallimenti delle banche.

2) È convincente nel presentare il valore crescente delle “regole” per permettere alla società sempre più complessa ed alle aziende (soprattutto nei settori dei servizi strategici del futuro quali sanità, energia e finanza) di organizzarsi meglio e quindi di svilupparsi contribuendo alla generazione di ricchezza e quindi al benessere di tutti. Avere regole e rispettarle è “un buon affare” per tutti.

3) Struttura e razionalizza come potrebbe nascere anche in Italia il “circolo virtuoso” delle regole ed i pilastri su cui necessariamente deve poggiare ovvero l’educazione civica dei cittadini che si apprende in una scuola meritocratica e riorientata ad insegnare le “competenze della vita”, contollori istituzionali autorevoli, media indipendenti che vigilano su cittadini e controllori, una giustizia civile veloce.

4) E’ una chiamata alle armi per tutti: politici, magistrati, professori, imprenditori, giornalisti, professionisti e semplici cittadini, nessuno escluso, tutti devono sentirsi coinvolti nel circolo virtuoso delle regole. Ognuno dovrebbe guardare alla propria coscienza e verificare se già vi risieda il seme che, come diceva Montanelli, fa obbligo ad ognuno di regolarsi secondo le regole, forse “la regola delle regole”.

5) Non si limita come altri saggi all’analisi critica di ciò che non va nel nostro Paese (ed è parecchio) e nella descrizione di esempi di ‘italica “maleducazione civica” ma arriva ad identificare i casi di successo, “i semi delle Regole” e soprattutto prova a proporre alcune azioni concrete da cui partire: la nazionalizzazione dei servizi pubblici, decentramento controllato nella scuola, delivery unit nella giustizia civile, nuova governance RAI. Una strategia di “guerra lampo” per attaccare in primis alcuni settori / fasce di cittadini e poi essere estesa al resto del sistema con un serie di “tipping points”.

L’affermazione ed il rispetto diffuso delle “regole” è con la “meritocrazia” la rivoluzione culturale trasversale che dobbiamo fare nel nostro Paese non solo per ragioni morali di cui peraltro gli italiani in privato dicono tutti di condividire (anche se poi agiscono ancora secondo proprio interesse) ma, ci convingono Roger e Luca, perchè ci conviene essendo un “buon affare”.

Queste battaglie sono tutt’altro che facili e scontate e per questo hanno bisogno di reclutare un folto esercito per smuovere un sistema orientanto al contrario ed avere successo. Per farne parte ed essere tra “i primi paladini delle regole” è possibile da subito:

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Io sono per le Regole, e tu?