Poteva essere la prova del cambiamento: canditati competenti per nomine trasparenti alle Authority. Magari il tutto seguito dalla riforma della legge elettorale prima di ripassare la parola ai cittadini.

Ovviamente nulla di tutto questo è accaduto. La politica (quella vecchia) risponde picche: accordo fra Pdl, Pd, Udc e Lega Nord e 150/200 parlamentari votano scheda bianca; il gioco ancora una volta è fatto! CV e competenze al macero. Alla faccia di 12.000 preferenze a supporto di alcune candidature arrivate dalla rete. Alla faccia del crollo verticale del consenso di questi parlamentari e di questa politica alle ultime elezioni amministrative.

L’enorme spostamento di potere che in questi anni si sta registrando – sia a livello economico che politico – in seguito allo sviluppo delle tecnologie digitali, della rete come “media di media” e al loro sempre più ampio utilizzo fa paura.

E questa politica non vuole perderne l’assoluto controllo. A noi cittadini tra qualche mese tenerne conto.

A tutti sarà capitato di scrivere il proprio curriculum. Ecco cosa la poetessa polocca Wislawa Szymborska ritenga debba contenere.

Che cos’e’ necessario?
E’ necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e’ vissuto
e’ bene che il curriculum sia breve.
E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu’ chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perche’.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio in vista.
E’ la sua forma che conta, non cio’ che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

Un grazie a Roberto Saviano per avermi fatto conoscere la poetessa recentemente a Che tempo che fa

Stefano Quintarelli si candida ad AGCOM accompagnato da oltre 12.600 sottoscrizioni (solo online). Le votazioni si terranno il prossimo 6 giugno con l’auspicio del Presidente della Camere Fini affinché i parlamentari valutino la “professionalità e indipendenza” dei candidati.

Nel frattempo, il 18 maggio scorso ha comunicato di avere consegnato le dimissioni dal Gruppo 24 Ore, per rispetto delle istituzioni. Quello che non ha comunicato e’ che, lo scorso 18 maggio, ha inoltre dato mandato al suo commercialista a cedere la partecipazione detenuta in Mobile Solution Srl (Skebby) qualora la sua candidatura dovesse essere confermata dal voto in Parlamento. (ha gia’ raccolto e consegnato al commercialista la rinuncia alla prelazione da parte degli altri azionisti).

Se dovesse quindi essere eletto, uscira’ da Skebby ed in quel momento immagino lo comunichera’ a chi di competenza.

Nel frattempo, comunque, Giampaolo Quintarelli (fratello di Stefano) ha rassegnato venerdi scorso le dimissioni dal CDA di Skebby.

Anche per “correttezza” la candidatura di Stefano Quintarelli certamente si distingue.

Riprendo volentieri la proposta di Pierani che candida Stefano Quintarelli alla Presidenza dell’Agcom. (disclaimer: insieme a Stefano Quintarelli sono azionista di Skebby).
In uno scenario in cui la politica decida finalmente di fare un deciso passo indietro per lasciare spazio ad Autorità forti, competenti ed indipendenti per la regolazione dei settori, in cui Internet e l’innovazione tecnologica vengano riconosciuti come una leva importante per il rilancio dello sviluppo e della competitività del sistema serve l’impegno di persone competenti, equilibrate, indipendenti e con una grande passione civile. Proprio come Stefano.
Nel vecchio modus operandi esplicitare il nome di una persona in vista di una nomina significava volerlo “bruciare”. Anche in questo dovremmo iniziare a dimostrare che l’Italia sta davvero cambiando.

Sabato 27 novembre presso il ristorante Il Carrettino a Tortona gli amici di Massimiliano vorrebbero ripetere insieme il gesto di solidarietà del 2009: oltre 250 parteciparono alla cena ed insieme donammo €8.750 a mamma Francesca per le cure e le spese di cui Massimiliano ha avuto bisogno nel corso dell’anno. Tutti sono ben venuti: se voleste partecipare o saperne di piu’ giratemi una mail a luigiorsi@gmail.com. Se invece preferiste fare una donazione trovate i dettagli qui

Ci aveva provato due anni con Meritocrazia un tema ostico in un Paese dove il livello di “ingiustizia” sociale è a livello massimo e dove la mobilità verso l’alto è quasi del tutto assente. E’ stato un grande successo, almeno nel focalizzare il dibattito su un tema centrale per lo sviluppo del Paese e nel dare avvio ad alcune azioni concrete (es. test standard per gli studenti delle scuole medie). Ne discutemmo ampiamente qui e qui .

Oggi Roger Abravanel, gà tra i volti piu’ noti nel top management consulting ed ex McKinsey , insieme a Luca D’Agnese, anch’egli ex Mckinsey oggi top manager nell’energia, ci riprova con il saggio “Regole- Perché tutti gli italiani devono sviluppare quelle giuste e rispettarle per rilanciare il Paese” edito da Garzanti (che ringrazio per avermi omaggiato copia del libro).

Conoscevo idealismo e temerarietà di Roger ma non credevo potesse a spingersi fino a questo punto. Passando dalla “meritocrazia” alle “regole” l’asticella della sfida è fortemente aumentata e la distanza dalla pura follia non così lunga: gli italiani non saranno mai “meritocratici”, men che meno vogliono essere “sottoposti a regole”!! Certo l’aver imbarcato Luca nel progetto, una delle menti più brillanti con cui abbia lavorato, deve avergli dato ulteriore coraggio.

Il livello di degrado istituzionale sotto gli occhi di tutti ed il declino economico inconfutabile rende questo saggio di grande attualità e il tema delle “regole” tra quelli prioritari da affrontare (semplice casualità o astuta strategia di marketing per massimizzare le vendite di Roger/Luca?:) ). Il dubbio è fugato dal fatto che come già per “Meritocrazia”, tutti i proventi del libro non andranno agli autori ma verranno utilizzati per finanziare un progetto formativo: la creazione di un corso di “Educazione alle Regole” all’Università Luigi Bocconi di Milano.

Questo libro, un “must read” per chi (ancora) avesse interesse per il futuro di questo Paese e dei propri figli qui, ha diversi meriti:

1) Contribuisce a sfatare con lucida razionalità diversi tra i miti “italici“: il capitalismo è solo “un far west” senza regole, per lo sviluppo ci vogliono meno regole, troppe regole soffocano “il piccolo è bello” motore dello sviluppo, le regole giuste le fanno i politici (quindi è colpa loro se ci sono molte sbagliate). Ma soprattutto dimostra come lo sviluppo economico del nostro Paese passa attraverso allo sviluppo post industriale nei “servizi” (grande distribuzione, trasporti, turismo,… e non quindi dal settore manifatturiero e dall’export come ci sentiamo ripetere tutti i giorni da chi guarda ancora all’economia del Paese dallo specchietto retrovisore). Confuta dati alla mano che l’Italia non ha fatto meglio degli altri Paese durante la crisi anche senza fallimenti delle banche.

2) È convincente nel presentare il valore crescente delle “regole” per permettere alla società sempre più complessa ed alle aziende (soprattutto nei settori dei servizi strategici del futuro quali sanità, energia e finanza) di organizzarsi meglio e quindi di svilupparsi contribuendo alla generazione di ricchezza e quindi al benessere di tutti. Avere regole e rispettarle è “un buon affare” per tutti.

3) Struttura e razionalizza come potrebbe nascere anche in Italia il “circolo virtuoso” delle regole ed i pilastri su cui necessariamente deve poggiare ovvero l’educazione civica dei cittadini che si apprende in una scuola meritocratica e riorientata ad insegnare le “competenze della vita”, contollori istituzionali autorevoli, media indipendenti che vigilano su cittadini e controllori, una giustizia civile veloce.

4) E’ una chiamata alle armi per tutti: politici, magistrati, professori, imprenditori, giornalisti, professionisti e semplici cittadini, nessuno escluso, tutti devono sentirsi coinvolti nel circolo virtuoso delle regole. Ognuno dovrebbe guardare alla propria coscienza e verificare se già vi risieda il seme che, come diceva Montanelli, fa obbligo ad ognuno di regolarsi secondo le regole, forse “la regola delle regole”.

5) Non si limita come altri saggi all’analisi critica di ciò che non va nel nostro Paese (ed è parecchio) e nella descrizione di esempi di ‘italica “maleducazione civica” ma arriva ad identificare i casi di successo, “i semi delle Regole” e soprattutto prova a proporre alcune azioni concrete da cui partire: la nazionalizzazione dei servizi pubblici, decentramento controllato nella scuola, delivery unit nella giustizia civile, nuova governance RAI. Una strategia di “guerra lampo” per attaccare in primis alcuni settori / fasce di cittadini e poi essere estesa al resto del sistema con un serie di “tipping points”.

L’affermazione ed il rispetto diffuso delle “regole” è con la “meritocrazia” la rivoluzione culturale trasversale che dobbiamo fare nel nostro Paese non solo per ragioni morali di cui peraltro gli italiani in privato dicono tutti di condividire (anche se poi agiscono ancora secondo proprio interesse) ma, ci convingono Roger e Luca, perchè ci conviene essendo un “buon affare”.

Queste battaglie sono tutt’altro che facili e scontate e per questo hanno bisogno di reclutare un folto esercito per smuovere un sistema orientanto al contrario ed avere successo. Per farne parte ed essere tra “i primi paladini delle regole” è possibile da subito:

• seguire il gruppo di Regole su Facebook

• Per inserire il widget IO SONO PER LE REGOLE sul vs sito o blog

Io sono per le Regole, e tu?

Informa Stefano:: un solo contratto di oltre Euro 100 Milioni, più di un quinto del fatturato 2003. Ed il vertice di Fastweb che non sapeva nulla. Certamente -dice Stefano Parisi AD di Fastweb- que cliente era gestito da due dipendenti infedeli che l’altro ieri (7 anni anni dopo il fatto) sono stati perfino sospesi!

Ci sono voluti 10 anni per capire come si fa a raggiungere i target di piano, incantare gli analisti, soddisfarre i covenant sui prestiti (quando riesci ad ottenerli), lanciare aumenti di capitale miliardari in odore di default e poi cedere il tutto in pacco dono (agli svizzeri che nonostante sapessero delle indagini a loro volta avevano bisogno di risultati in crescita per sostenere loro titolo in borsa).

In ePlanet (oggi Retelit), nel 2000 il principale concorrente di Fastweb sulle reti a banda larga, fatturato e clienti li andavamo a prendere uno per uno sul mercato. Ho ancora la lista dei primi 200 clienti il cui report arrivava ogni lunedì mattina sul mio tavolo.

Guarda con chi dovevamo competere! Spero sia davvero tutto falso.

Nel frattempo rileggo gli appunti, non si sa mai.


Sabato 28 novembre 2009 allle 20:30 al Ristorante Il Carrettino a Tortona gli amici di Massimiliano si ritroveranno per una serata speciale: una cena con tanta musica. Prezzo €50, di cui €30 saranno donati alla mamma per l’assistenza e le cure di cui Massi ha bisogno. Chi desiderasse partecipare mi giri una mail a luigiorsi@gmail.com.

Citando uno scrittore dissidente russo “Stavo per morire per qualcosa che neanche credevo di avere, ma che quando mi è stata chiesta ho capito che era la cosa più preziosa che avessi”.

Siamo tutti Roberto Saviano.

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Da domani sarò allo SMAU con Skebby dove all’interno dei Percorsi dell’Innovazione verranno presentate le nuove offerte e la nuova veste grafica del sito dedicate al mondo business. Ci trovate al padiglione 4 stand B149.

Ovviamente vi aspetto: potremo incontrarci e scambiarci idee riguardo allo sviluppo futuro del telefonia mobile. del Mobile Internet, di SMS e di Skebby!

Ho ancora a disposizione qualche invito a disposizione. Chi volesse venire mi mandi una mail su info@skebby.com