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Il Prof. William Miller di Standord University è come si può vedere un luminare pluricattedratico ed ha speso metà della sua vita come accademico e metà come business man . Nel corso della sua esperienza professionale ha fondato oltre 25 imprese di alcune anche durante la New Economy (da cui come ha ammesso sinceramente non è scampato neppure lui dall’alto della sua esperienza). L’ultima azienda che ha fondato è stata due anni fà ben oltre la soglia di ottantanni (lo dicevo io che hanno ragione i nostri politici/grand commiss che ha ottantanni suonati si può essere ancora brillanti professionisti). Nella foto la presentazione dove Miller descrive i 12 fattori essenziali per un habitat imprenditoriale che funziona, come ad esempio quello della Silicon Valley. Largo circa in Italia abbiamo solo 1 dei 12 fatori: un “high quality of life” (chissà per quanto ancora!). Alla domanda che cosa avesse consigliato di fare per chi si trovasse in un habitat dove 1 solo elemento su 12 fosse presente ha risposto senza esitazione: cambi Paese! Bella forza lo dice lui perchè ha solo 82 anni, ma per noi giovani italiani invece?

Interessantissimo podcast dalla Stanford University. Tina Seelig dello Stanford Technology Venture Program, che ho avuto il piacere di incontrare la settimana scorsa in SV, intervista due angel investor di grande successo della SV, Ron Conway, Fodatore di Angel Investors LP, e Mike Maples, Fondatore di Maples Investments. Da questa conversazione emerge con chiarezza quali siano e come funzionano i sofisticatissimi meccanismi dell’ecosistema imprenditoriale in SV, e come si fà a passare dall’idea iniziale, allo start up, allo sviluppo successivo di grandi imprese fino all’uscita. Conway e Maples offrono anche alcuni pratici consigli agli aspiranti imprenditori su come cercare la propria passione e come trasformare la stessa in una nuova impresa, incluso ovviamente come raccogliere i capitali e come gestire le diverse fasi di sviluppo. Un “must listen” per ogni imprenditore nostrano appasionato!


Marco Palombi mi ha intervistato qualche tempo fà per la serie Capturing Creativity.

Credo che la mia esperienza possa risultare istruttiva per chi si avvicina al mondo imprenditoriale, perche’ gli start up che crescono rapidamente sono naturalmente soggetti a correre elevati rischi finanziari ovvero corrono il rischio di non avere tutte le risorse necessarie per adattarsi a mercati che cambiano umore, alla domanda che ritarda a materializzarsi,…. etc.

A volte l’imprenditore può commettere errori di valutazione ed imbarcarsi in progetti troppo rischiosi e ambiziosi per la solidità delle proprie spalle. Quando ciò succede l’imprenditore deve saper rapidamente avviare un processo di ristrutturazione dell’azienda per preservare gli interessi dell’azienda e minimizzare le perdite di tutti gli stakeholder … soprattutto se l’azienda è pubblica, anche rinunciando al proprio interesse personale passando il controllo ad altri.

Questo è che quello che ho fatto con ePlenet (oggi Retelit). Gli studi dicono che gli imprenditori che sono caduti apprendono dai propri errori e possono essere più preparati ed accorti ad affrontare con maggiori probabilità di successo nuove sfide in futuro (ed io sono obbligato a crederci:)!. L’insuccesso, in un sistema imprenditoriale che funziona, è parte della “creative destruction” che fa sopravvivere solo i migliori e forgia l’esperienza e il carattere di quelli che hanno meno fortuna o talento. Non le stigmati o il marchio di infamia tipico qui da noi dove l’insuccesso equivale al fallimento da condannare e perseguitare (come invece dovrebbe essere per quegli imprenditori/bachieri/manager che non rispettano le regole e vengono condannati per bancarotta fraudolenta ma che spesso riescono invece a restare in sella, anche in posizioni ragguardevoli screditando le persone oneste e di buona volontà),con il risultato che le persone più accorte non provano neanche a rischiare, con la conseguenza che si creano meno aziende ed opportunità di sviluppo di quanto si potrebbe in un sistema più aperto al rischio.

Giovedì scorso in un riuscitissimo evento organizzato dagli amici di Sviec e Baia ad Atherthon (Palo Alto) sotto la superba regia regia di Jeff Capaccio e presenziato dall’Ambasciatore USA in Italia Spogli e da oltre 250 tra imprenditori, investitori e manager delle due sponde dell’atlantico sono stati annunciati i finalisti della business plan competition Mind the Bridge. L’obiettivo della competizione è quello di costruire dei ponti tra le idee e gli imprenditori italiani e l’ecosistema imprenditoriale che è fatto di business angels/VC, CEO, professionals mutuando dall’esperienza del sofisticatissimo modello della Silicon Valley. I veri vincitori di questa competizione saranno quegli imprenditori che nei prossimi mesi anche con l’aiuto dei mentor selezionati tra gli imprenditori 1GN riusciranno ad avanzare più rapidamente nei loro progetti chi trovando capitali, chi cementando partnership commerciali o chi semplicemente sviluppando e raffinando la propria buisiness idea o il modello di business.
Ciò detto mi piace sottolineare come la stragrande maggioranza delle iniziative in concorso era di grande pregio ed innovatività, confermando che in Italia non mancano idee e cervelli, ed ha impegnato a fondo il Selection Committe nella selezione dei migliori progetti che sono risultati essere:
* VivaBioCell (biotech, tissue engineering)
* Econoetica (multimedia for tourism)
* Nano4Bio (bio sensors, cell cultivation)
* Blucape (mobile wireless)
* BioMan (food supplement)
* Ingenia (energy control)
Congratulazioni quindi ai finalisti ed un in bocca al lupo a tutti gli imprenditori partecipanti per costruire “ponti” fruttuosi nei prossimi mesi.

Conto alla rovescia anche per l’annuncio dei 7 finalisti della business plan competition Mind the Bridge che verrà fatta da Marco Marinucci giovedì 10 a San Francisco alla presenza dell’Ambasciatore USA Spogli. Con oltre 50 tra imprenditori, investitori e manager italiani volerò domani in Silicon Valley per incontrare i leader dell’ecosistema imprenditoriale più sofisticato del mondo cercando di carpirne i segreti dall’interno dei suoi cuori pulsanti di Google e dell’Università di Stanford. Nel video qui sotto trasmesso da La 7 si anticipano i temi che verranno discussi durante il viaggio e si ricostruisce il percorso imprenditoriale di alcuni italiani sbarcati là con idee innovative qualche anno fà…..aspettando l’arrivo dei magnifici 7 di Mind the Bridge. State collegati per live news! dal viaggio!