Skebby (società in cui ho investito insieme a Stefano) e Davide, il suo giovane ideatore di famiglia abruzzese (Pescara) che per fortuna a parte una cugina sfollata non ha subito perdite personali, ha deciso un gesto simbolico per l’Abruzzo. Skebby infatti mette a disposizione 10 SMS gratis per gli Abruzzesi che scaricheranno gratuitamente il programma sul loro cellulare in modo che possano comunicare subito gratuitamente con chiunque, in Italia o nel mondo. Soprattutto chi lo installasse ed invitasse poi familiari ed amici a fare altrettanto potrà scambiare con loro SMS gratis illimitati per sempre.

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Si tratta solo di un piccolo gesto, una goccia nel mare….ma si sà il mare è fatto anche di piccole gocce. Affinchè le gocce siano molte occorre però l’aiuto di tanti, soprattutto di qualcuno dell’Abruzzo, nel diffondere la notizia tra la gente lì.

Recentemente ho intervistato Alessandro Ferretti, 40 anni ricercatore ed imprenditore tecnologico. Tema centrale della discussione, ben illustrato in un video introduttivo da parte del Prof. Pietrabissa del Politecnico di Milano, è quello della valorizzazione dei beni intagibili e del trasferimento tecnologico dall’Università verso il mercato, in cui l’Italia (non c’è da stupirsi) vanta un ritardo di circa 30 anni rispetto a Paesi più evoluti come gli USA.
La nostra Università ha tradizionalmente orientato la ricerca sullo sviluppo della conoscenza pura piuttosto che su invenzioni con appetibilità di mercato; e anche quando ciò avviene l’invenzione rimane nei cassetti in quanto nessuno fà i passi successivi; dovrebbero essere gli imprenditori delle PMI pronti ad investirci e portare le idee sul mercato ma quasi sempre non hanno i mezzi o l’orizonte temporale o la visione strategica e manageriale per farlo. Ecco che a volte può risultare vincente che siano gli stessi ricercatori, quelli con il vulnus imprenditoriale accentuato, a proseguire nello sviluppo dell’invenzione fino al prototipo o addirittura fino a portare il prodotto/servizio sul mercato.

E questo è proprio il caso di Alessandro e della sua Tele-Rilevamento Europa (TRE) fondata nel 2000 di cui è A.D. La TRE è oggi lo spin-off del Politecnico con maggiore successo, con un giro d’affari di oltre 4Mln Euro, e una delle più promettenti compagnie nel campo del remote sensing. Nel 2008 è stata creata a Vancouver TRE Canada, di cui è attualmente Chairman of the Board, per offrire un riferimento al mercato Nordamericano. Sicuramente un esempio da seguire per le Università italiane, almeno per quelle migliori.

Certo pensare che Alessandro con la sua TRE sia tra i pochi casi di technology transfer di successo in Italia la dice lunga su quanto resti ancora da fare per avere impatto significativo sul sistema.

Mi piace molto leggere soprattutto la stampa. Da qualche mese però non compro più le edizioni cartacee dei quotidiani e dei periodici. Ero solito acquistare Il Sole 24 Ore, Il Corriere della Sera, International Herald Tribune/NYT, Wall Street Journal, Il Mondo, Affari e Finanza,…..
Continuo a legger le stesse testate online e gratis. Più qualche amico blogger che stimo e mi aiuta a capire come stanno davvero le cose. Ho tenuto solo l’abbonamentoall’Economist perchè l’edizione cartacea mi aiuta nella lettura nei we quando decido che è ora di spegnere il mio Mac.

Mi chiedo come facciano gli editori a far quadrare i conti di un prodotto stretto tra ricavi in forte calo (tra pubblicità e vendite) e una costi di produzione e distribuzione tanto fissi quanto anacronistici. Credo si sia atteso troppo non (volendo) comprendere le minacce e opportunità del digitale (i manager che volevano farlo sono stati brutalmente licenziati, si veda Corriere della Sera). Ma si sà la proprietà di certi quotidiani è “potere” ed ai grandi azionisti di casa nostra la cosa sembra compensare le perdite. Almeno fino a quando il loro core business glielo consentirà. Alla fine infatti i soldi che mancano sul tavolo qualcuno li deve tirare fuori anche se per quello ci sono sempre stati gli azionisti di minoranza.
I grandi quotidiani USA versano in situazioni critiche a cominciare dal glorioso NYT che ha dovuto persino vendere la sede disegnata da Renzo Piano.
Ed Internet, in un momento così delicato per il ciclo economico e la pubblicità, aiuta parecchio nel tagliare sulla struttura di costi e di distribuzione ma meno sui ricavi: come si è accorto subito un editore navigato come Murdoch che a soli dodici mesi dall’apertura delle notizie dell’edizione online del WSJ si è affrettato a dire che le notizie su Internet non potranno più essere gratis !