Recentemente ho intervistato Alessandro Ferretti, 40 anni ricercatore ed imprenditore tecnologico. Tema centrale della discussione, ben illustrato in un video introduttivo da parte del Prof. Pietrabissa del Politecnico di Milano, è quello della valorizzazione dei beni intagibili e del trasferimento tecnologico dall’Università verso il mercato, in cui l’Italia (non c’è da stupirsi) vanta un ritardo di circa 30 anni rispetto a Paesi più evoluti come gli USA.
La nostra Università ha tradizionalmente orientato la ricerca sullo sviluppo della conoscenza pura piuttosto che su invenzioni con appetibilità di mercato; e anche quando ciò avviene l’invenzione rimane nei cassetti in quanto nessuno fà i passi successivi; dovrebbero essere gli imprenditori delle PMI pronti ad investirci e portare le idee sul mercato ma quasi sempre non hanno i mezzi o l’orizonte temporale o la visione strategica e manageriale per farlo. Ecco che a volte può risultare vincente che siano gli stessi ricercatori, quelli con il vulnus imprenditoriale accentuato, a proseguire nello sviluppo dell’invenzione fino al prototipo o addirittura fino a portare il prodotto/servizio sul mercato.

E questo è proprio il caso di Alessandro e della sua Tele-Rilevamento Europa (TRE) fondata nel 2000 di cui è A.D. La TRE è oggi lo spin-off del Politecnico con maggiore successo, con un giro d’affari di oltre 4Mln Euro, e una delle più promettenti compagnie nel campo del remote sensing. Nel 2008 è stata creata a Vancouver TRE Canada, di cui è attualmente Chairman of the Board, per offrire un riferimento al mercato Nordamericano. Sicuramente un esempio da seguire per le Università italiane, almeno per quelle migliori.

Certo pensare che Alessandro con la sua TRE sia tra i pochi casi di technology transfer di successo in Italia la dice lunga su quanto resti ancora da fare per avere impatto significativo sul sistema.

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