Premesso che ho un’interesse nella vicenda in quanto azionista e Presidente di Skebby giovane start up italiana che ha sviluppato un’applicazione cellulare per l’invio di SMS gratis (o quasi) via Internet.

I riallineamenti recenti delle tariffe mobili con l’aumento del prezzo dei servizi voce e la riduzione del prezzo degli SMS decisa e comunicata a qualche milione di utenti mobili con vecchi piani prepagati da TIM e Vodafone lo scorso agosto è stata oggetto di un più che giusto sollevamento da parte delle organizzazioni dei consumatori, stà avendo un importante riscontro sui media nazionali ed ha portato ad una diffida da parte di Agcom. Credo però che non tutti i “motivi” del perché la manovra non avrebbe dovuto essere autorizzata sia stati esplicitati. Infatti gran parte dell’attenzione sulla manovra è stata messa sulle modalità di comunicazione poco trasparenti (via SMS) ed in tempi troppo ravvicinati/sospetti e senza esplicitamente consentire cambio piano/operatore.

A mio giudizio andrebbe valutato anche se sia trattato di una strategia di ribilanciamento e/o di predatory pricing ovvero se l’impatto che tali manovre se ripetute in tempi ravvicinati potrebbero avere sia sui consumatori sia sulla nascente concorrenza di newcomer nel mercato dei servizi Internet non siano entrambe negative nel medio periodo.

La sensazione infatti è che dietro alla manovra chi detiene oltre il 70% del mercato della telefonia mobile abbia silenziosamente avviato una manovra di ribilanciamento dei prezzi trasferendo ricavi e margini da segmenti dove la nuova concorrenza potrebbe aprirsi un varco (servizi dati e Internet) verso mercati dove vige ancora l’oligopolio controllato (servizi voce peraltro che ha prezzi tra il 30-50% più elevati di altri Paesi Ocse) con un impatto neutrale sui conti economici degli operatori mobili ma dove a rimetterci è la nascente concorrenza sui servizi Internet mobile (il futuro nascente) e gli stessi consumatori nel medio periodo perché se la concorrenza non si sviluppa verrebbero precluse l’accesso a a nuovi servizi a prezzi stabilmente decrescentii. Anzi con l’espulsione dal mercato dei new comer meno efficienti si potrebbero poi avere prezzi/margini crescenti appunto “predatory strategy”.

Una storia di simile, anche se molto più cruenta e ripetuta, era già successa nel settore della telefonia fissa a cavallo degli anni ’90 dove in seguito alla progressiva liberalizzazione di alcuni settori del mercato (telefonia internazionale e lunga distanza) ed all’ingresso di nuovi competitor si era lasciato mano libera a Telecom Italia di ribilanciare le tariffe consentendole di ridurre drasticamente quelle sui segmenti in concorrenza già fortemente intaccate dai competitor ma contestualmente di aumentare quelle sulla telefonia locale di cui Telecom continuava ad avere un monopolio quasi assoluto (quasi 99% nei primi a fine 1999). In gergo queste tecniche competitive si chiamano “predatory pricing”. Il risultato infatti fù proprio un bagno di sangue per “tutti” i nuovi concorrenti, Planetwork/ePlanet (oggi Retelit)di cui sono stato fondatore e CEO inclusa (sfido chiunque a trovare anche un solo operatore nella telefonia fissa che abbia prodotto più soldi di quanto non abbia investito dal 1990 ad oggi) mentre Telecom Italia poteva così mettere al sicuro “ricavi&margini” tanto da raggiungere nei primi anni 2000 margini operativi record in Europa ( certamente non per una maggiore efficienza).
Il risultato di queste pratiche tariffarie è storia di oggi sotto gli occhi di tutti: poco più di una manciata di operatori alternativi a Telecom i cui bilanci sono, a dieci anni dall’apertura, ancora sussidiati da azionisti più/meno volenterosi e uno tra gli incumbent meno forti e competitive in Europa ( e non solo per il grande indebitamento accumulato).
Speriamo che questa volta le Autorità (Agcom e soprattutto Antitrust) facciano loro la lezione imparata nella lunga distanza e vigilino affinché la stessa storia non si ripeta nel nascente e molto promettente mercato dei servizi Internet mobile.

4 Comments

http://www.luigiorsicarbone.itPaolo on 11 settembre 2008  ·  Rispondi

Ad essere maligni, sembrerebbe allora che in Telecom ce l’abbiano con te.

Ad essere più maligni, però, mi viene da pensare che tra un po’ gli SMS potranno essere completamente gratuiti. A maggior ragione se penso al diffondersi delle tariffe flat, che in Italia garantiranno un cospiquo numero di SMS al mese (ma chi può dirlo). Le prepagate magari spariranno, del resto, negli Stati Uniti non esistano affatto, credo. Non sono riuscito neanche a trovare un telefonino in vendita senza tariffa flat per fare un confronto dei prezzi. I servizi wireless aumentano e questo spinge o costringe gli utenti a scegliere formule più convenienti per non sostenere il costo del traffico generato da ogni diversa applicazione. Penso all’istant messaging, che come ha sottolineato ieri Capobianco, sul web è già storia, adesso tocca al Mobile.

http://www.luigiorsicarbone.itLuigi Orsi Carbone on 11 settembre 2008  ·  Rispondi

non è una questione di avercela con me.. ma di rispetto delle regole di mercato (i.e i consumatori) e delle leggi sulla concorrenza/antitrust!
Se vogliano azzerare il business facciano pure è loro diritto…tra l’altro è proprio quello che faremo già noi… il tema è “non” consentire però che lo facciano recuperando simultaneamente ricavi/margini su altri servizi (es. voce) difesi da un bieco e talvolta persino sfacciato oligopolio.
IMHO l’instant messaging non sostituirà l’SMS per molte ragioni almeno nel medio periodo e l’aumento del traffico SMS proprio negli USA (patria di Internet/IM) nell’ultimo anno nè è riprova. Quanti iPhone ci sono in circolazione?

http://www.luigiorsicarbone.itpaolo on 12 novembre 2008  ·  Rispondi

Due notizie fresche, almeno per me:
1. Nel Q3 del 2008 Apple supera RIM con le vendite di iPhone nel mondo, con una quota pari al 17,3% del mercato.
2. Per Natale si prevedono offerte incredibili per promuovere ancora il melafonino; in Francia, sembra che Orange offrirà un anno di SMS illimitati (con la tariffa flat di 45€ al mese, naturalmente)
Cosa faranno gli altri per seguire questo trend velocissimo?

http://www.luigiorsicarbone.itLuigi Orsi Carbone on 13 novembre 2008  ·  Rispondi

quindi nel 2008 oltre 33 dei 40mln di telefonini venduti nel mondo sono ancora di tipo tradizionale

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