Se fossimo in un altro Paese Giovanni Falcone , Paolo Borsellino e gli uomini della scorta caduti insieme per servire lo Stato sarebbero eroi nazionali, il 23 maggio o 19 luglio (ricorrenza di quelle stragi) sarebbero festa nazionale ove celebrare la vittoria conclusiva sulla mafia….il loro sangue non sarebbe stato versato invano. Invece ci dobbiamo accontentare di un film in tv a mezzanotte.

Dopo la strage di Capaci Paolo Borsellino sapeva che di lì a poco sarebbe morto ammazzato anche lui tradito dai Giuda nel suo ufficio, indifeso dallo Stato…. ma per il bene della sua Sicilia, del Paese e di tutti noi, non è scappato e si è immolato. “E’ tutto finito, è tutto finito, è tutto finito” mormorava il giudice Caponnetto accorso sul luogo della strage in Via D’Amelio.

Invece la mafia è forte come o più di prima, lo Stato/la politica volutamente assente o collusa, l’interesse generale sempre più assente nella vita pubblica, crescente il degrado morale …..e non solo a Palermo o in Sicilia, ma anche a Roma e Milano nel cuore del Paese, dove il sistema è fatto apposta per lasciare spazio e premiare la corruzione, l’opacità, i sistemi di poteri paralleli, le aree grigie.

Sul Wikipedia alla voce Giovanni Falcone viene ricordata la frase di JF Kennedy che esprime la filosofia e lo spessore dell’uomo “un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana”.

Quando ritorneremo a riconoscere in tempo, difendere e farci guidare da uomini di questo spessore anche in questo Paese?

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