Mi piace segnalarvi un ottimo post di Stefano Quintarelli che, nel triste spettacolo a cui stiamo assistendo in questi mesi/giorni sull’affaire Telecom, cerca di far luce a ragion veduta sugli aspetti industriali legati a Telecom Italia. Sono d’accordo quasi su tutto. Eccetto che la ONE NETWORK e l’operazione di separazione della rete da Telecom Italia andava pensata e fatta dieci anni fa’ prima della privatizzazione.Lo Stato Italiano allora vendette l’azienda ai privati, incasso’ parecchi quattrini e non pose alcun vincolo a future cessioni a terzi stranieri. E’ come se io vendessi la mia casa oggi e dieci anni dopo volessi rientrarne in possesso di una parte perche’ il proprietario a cui l’ho ceduta intende rivenderla ad un terzo "straniero".  

Dopo quello che abbiamo potuto vedere e sentire negli ultimi mesi con Telecom “saldamente” in mani “Italiane” (si veda  Report "Debiti e Spie"   e si lega "l baco del Corriere" di Massimo Mucchetti)  dubito che il passaggio del controllo della proprieta’ dell’azienda in mani straniere possa costituire una situazione peggiore/ piu’ preoccupante per noi cittadini italiani. Anzi. Mi viene quindi il dubbio che chi a Roma si preoccupa e si oppone richiamando a gran voce "l’italianita’" di Telecom, abbia o scheletri nell’armadio da proteggere o  speri di proseguire con "lo stato di polizia parallela” messo in piedi sotto l’attuale proprieta’ "italiana" simile solo a quanto visto nelle peggiori dittature sudamericane/africane.

Lo Stato e la politica dunque ritornino a fare il loro mestiere ovvero di “regolatore” del mercato  nell’interesse generale di tutti i cittadini e consumatori, aprendo finalmente il settore alla competizione e non intervenendo nellequestioni relative alle  imprese "private".  Le banche, se credono, lasciando da parte la rapacita’ "bancarottiera" che le ha piu’ volte contraddistinte in passato (es. Rizzoli, Montendison,……)  facciano la loro proposta  "industriale" e finanziaria in alternativa e rispettando le regole del gioco e del mercato

Mi riesce difficile credere che qualora il 12% del capitale passasse in mano ad un gruppo americano/messicano o europeo anziche’ italiano,  possa fare differenza per il Paese. Se non in meglio!

2 Comments

http://www.luigiorsicarbone.itDaniele on 6 aprile 2007  ·  Rispondi

Del tutto d’accordo.

IntesaSanpaolo e Mediobanca che fanno a gara ad acquisire da Olimpia un pacchetto di controllo striminzito che avrebbero tranquillamente costituire rastrellando azioni sul mercato quando Telecom era attorno a 2 – 2,2 euro per azione mi fa pensare ad una soluzione oscura e sospetta.

Nelle telecomunicazioni l’italianità ha sempre leso le aziende. Basti ricordare la gran confusione che c’era in Telecom all’epoca di Bernabè o il pasticcio di Pompei con Wind/Infostrada. Gli stranieri hanno fatto invece un buon lavoro senza provocare poi grandi sconvolgimenti sul piano occupazionale (vedi Vodafone e Wind).

Stiamo a vedere….

http://www.luigiorsicarbone.itStefano Quintarelli on 6 aprile 2007  ·  Rispondi

No, non e’ lo stesso.
E’ come se dovessero fare una autostrada e ti pagassero il giardino.
E non e’ lo stesso neppure perche’ Telecom NON è una società come le altre. E’ una società che detiene un Significativo Potere di Mercato, condizione legalmente stabilita tramite opportune indagini di mercato e riferita alla disciplina Antitrust, e l’Antitrust per aprire un mercato puo’ anche costringere un Breakup.
ne sa qualcosa l’AT&T stessa…
Per il resto, che siano americani messicani o russi a comprare Servco, non mi interessa.

Facciamo un thought experiment.
I francesi o i tedeschi fanno le cose nell’interesse del paese ?
loro venderebbero la rete a degli stranieri ?
non facciamo noi i campioni di liberismo.
tantopiu’ che qui non si tratta di tirare fuori tutti i soldi necessari per comprare una società, ma solo 4 lire per comprarne il controllo tramite scatole cinesi.

si dira’ “era cosi’ anche per gli altri, bisognava prendere provvedimenti prima”.

certo, ci doveva essere l’OPA totalitaria

“non c’e’ stata prima, perche’ vuoi costringerla adesso ?” il solo fato che abbiamo fatto cazzate fin qui, non vuol dire che dobbiamo continuare a farle.

IMHO

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