Gli Stati Uniti si sa’ sono leader mondiali nelle telecom/media/technology. Come riportato oggi su Il Sole 24 Ore le sole societa’ che sviluppano prodotti/servizi legati a Internet hanno attirato $4Miliardi di investimenti di venture capital mentre quelle nel software $5Miliardi nel 2006 su complessivi $25,5 Miliardi di investimenti nel venture capital (10% in piu’ che nel 2005).

Anche in Europa come riportato in questo articolo nel 2006 gli investimenti dei fondi di venture capital nel settore Internet (cosiddetto web 2.0) sono aumentati da E36 Mln del 2005 a ~E220Mln (+500%). Oltre 54 imprese societa’ europee hanno trovato finanziamenti dai venture capitalist. Alcuni fondi gia’ iniziano a lamentarsi che le aziende piu’ promettenti nello spazio stanno iniziando ad avere valutazioni eccessive.


Tra queste nessuna societa’ italiana e’ presente.  E nessun fondo di venture capital italiano ha partecipato ai diversi round di finanziamento con gli altri fondi europei. Forse perche’ i fondi italiani nati a cavallo del 1999-2001 stanno uscendo dal settore liquidando le proprie partecipazioni o comunque non sono piu’ riusciti a raccogliere nuovi capitali per nuovi investimenti (es Kiwi, Myqube, Convergenza, Syntek Capital,.solo per nominarne alcuni…). D’accordo che le performance non sono state esaltanti anche per lo scoppio della bolla di Internet, ma servirebbe una vocazione piu’ “industriale” e di lungo periodo da parte degli investitori istituzionali sul mondo delle start up..

Solo i fondi 360 Capital Partners e Innogest gestiti rispettivamente da Fausto Boni e da Claudio Giuliano con una dotazione iniziale di  ~ E50Mln ciascuno valutano operazioni di early stage e seed nei settori Internet e ICT ma anche nella meccanica avanzata, energie rinnovabili, biomedicale/biotecnologie. Stimando una allocazione omogenea dei fondi tra i vari settori risulterebbero disponibili circa E5Milioni all’anno (i fondi investono su un arco di circa 5 anni) per Internet e ICT in Italia.  Gli investimenti reali sono un po’ piu’ alti per la componente "non istituzionale" es. amici/parenti e business angels ma sempre troppo limitati per un Paese come l’Italia che vuole rilanciarsi nei settori avanzati e fare innovazione.

 
 

1 Comment

http://www.luigiorsicarbone.itStefano Vitta on 2 febbraio 2007  ·  Rispondi

Qui se ne prende tristemente atto 🙁

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