Si e’ scritto, discusso e letto molto in settimana sul merger Google-YouTube e in settimana. Ne discutevo l’altro giorno con  Giorgio Zarrelli, esperto informatico e giornalista e blogger molto conosciuto.

Sicuri vincitori sono gli azionisti fondatori e il vc di YouTube che intascano la cifra record di $1,65 Bn in azioni Google (su del 4% all’an nuncio). Ma anche Google ha le sue ottime ragioni e dimostra con le spalle sufficienti larghe (a differenza dei media players tradizionali) da sostenere un operazione dai rischi ancora elevati. Si sa’ chi non risica non rosica.

Google ha tecnologie HW/SW con scala globale a costi ridotti,  una concessionaria pubblicitaria innovativa e superpotente (Google Adsense) e relazioni con editori/media. YouTube rappresenta la nascente Internet TV.  In altre parole e’ come avere messo insieme sulla televisione di domani  “Publitalia” (cioe’ Google la concessionaria) e “Mediaset” (ovvero YouTube cioe’ il modo nuovo, dal basso partecipativo di costruire i palinsesti del domani): la logica industriale quindi non fa’ una piega. E la valutazione se uno crede in questo mercato, oggi appena nato, neppure.

A Google-YouTube mancano pero’ ancora due anelli: ovvero “iGune” (l’interfaccia utente/ o sw) per decidere cosa c’e’ da vedere stasera su YouTube e “iGod” (il device o l’hw) per guardare poi quel video sul televisore di casa (anziche’ sullo schermo di un pc).  Nuove idee in questo spazio potrebbero trovare un mercato florido.

A quel punto Google avrebbe un vantaggio competitivo su Apple, il suo unico grande potenziale concorrente sulla distribuzione di contenuti multimediali. A meno che i due colossi non decidano di unirsi  prima, rafforzando i legami gia’ esistenti. Antitrust permettendo.

2 Comments

http://www.luigiorsicarbone.itStefano Vitta on 16 ottobre 2006  ·  Rispondi

Rimarrei molto stupito se non vedessi il lancio del “google box” entro la fine dell’anno o nel primo quarto del prossimo.

http://www.luigiorsicarbone.itCIAO on 16 ottobre 2006  ·  Rispondi

Sarebbero pazzi se non ci stessero gia’ pensando.
Vendere device/gadget ed entrare nel leaving room e’ un business pero’ molto diverso sia per YouTube sia per Google. Certo i mezzi a non mancano loro.
Ma guardando Apple, gia’ leader indiscusso sui devices, che sembra avere qualche problema a trovare la quadra giusta a portare il video sulla TV di casa ( iTV per ora solo annunciato) non sarei cosi’ ottimista sui tempi.

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